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Ho conosciuto Grazia giovanissima. Era la figlia di un caro collega d’insegnamento della mia mamma, il prof. Graziani, di matematica.

L’avevo conosciuta anche perché mia madre mi aveva costretto a qualche estate di ripasso, per questa ostica materia, proprio in casa del prof. Graziani e quindi vedevo spesso questa ragazzina piccola, minuta ma più grande di me di alcuni anni, vivacissima.

 

Le circostanze della vita ci hanno fatto perdere di vista ma poi, improvvisamente, Grazia è ricomparsa anni fa, all’inizio del mio primo mandato da Provveditore,  come volontaria della nostra Protezione Civile.

Con me è sempre stata affettuosa e generosa; tutte le volte che si decideva di una cena da fare in Sede le parole erano sempre le stesse: ” … e che problema c’è, ci pensiamo noi …  (intendendo i volontari della Protezione Civile)” e potevo essere sicuro che tutto sarebbe andato a meraviglia.

Beninteso: se doveva dirmi qulcosa non lo indorava! Quello che c’era da dire lo diceva, eccome! Ma ho sempre sentito, anche nei suoi bonari rimproveri il desiderio di migliorare le cose, di trovare una soluzione che andasse bene a tutti, mai la voglia di dividere, di rompere con qualcuno, di chiudere i rapporti.

 

E sono ben lieto che, nel momento tristissimo della sua morte terrena, suo marito Massimo abbia potuto constatare quante persone gli sono state vicine, quanti volevano bene a Grazia e al suo modo di fare così generoso.