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BORGO SAN LORENZO – La Misericordia di Borgo San Lorenzo ha festeggiato il proprio patrono, San Sebastiano. Questa ricorrenza è anche occasione per stilare un bilancio dell’annata trascorsa, e per guardare al futuro. Per questo abbiamo rivolto al Provveditore della Confraternita borghigiana Umberto Banchi alcune domande.

 

 

Quali gli elementi più significativi di questa edizione della festa? Ritornare a celebrarla nella nostra Cappella. Andare fuori, negli anni scorsi prima al SS. Crocifisso e poi in Pieve e fare la sfilata è stato un modo per aprirci, andare, uscire, proprio come facevano i primi discepoli. Poi però, come facevano loro, è importante ritornare nel luogo da cui tutto ha avuto inizio, perché la “tradizione”, le tue origini, i valori fondanti, devono starti sempre davanti. Molti, in passato, mi rimproveravano che la Misericordia di Borgo fosse un mondo chiuso, autoreferenziale, poco aperto al dialogo. Non so quanti l’hanno capito, ma in questi anni ho cercato il più possibile di rinnovare la Misericordia sempre lasciandola attaccata alle proprie origini: iniziative nuove, collaborando con altre associazioni, i corsi di formazione per la popolazione, il BLS pediatrico per i maestri, l’acquisto dei defibrillatori, e anche lavorando tanto sulla comunicazione sia interna che esterna col nuovo sito web, la newsletter, l’APP per lo smartphone dei volontari, la fibra ottica, i pagamenti tramite posta, le nuove tessere, l’informatizzazione della segreteria ecc… Insomma una serie di cose che credo abbiano migliorato tanto il rapporto tra iscritti e Associazione, così come quello tra Associazione e territorio. Penso che faremo ancora sfilate e celebrazioni di San Sebastiano in altre chiese, così come, inevitabilmente, torneremo poi nel nostro Oratorio.

 

 

Nel tuo intervento al termine della Messa hai parlato delle difficoltà, ma anche del gran numero di volontari che ancora frequenta la Confraternita. Puoi illustrarci con più particolari entrambi gli aspetti? C’è una crisi del volontariato, specialmente quello giovanile. Parole ovvie: con un mondo che i “genitori” hanno orientato esclusivamente al proprio io e al denaro come vuoi che siano le nuove generazioni ? Eppure le cose che “scaldano il cuore”, che fanno bene all’anima sono sempre le stesse! E sono quelle che 40 anni fa ascoltavamo da don Rodolfo e che a tanti di noi hanno permesso scelte e impegno: “… Il miglior modo di pensare a se stessi è pensare agli altri… ” Tornerà questa idea, ne sono certo. Ma ora? I bisogni sono tanti, spesso non riusciamo a coprire i servizi perché mancano persone per guidare le auto o le ambulanze, e siamo in difficoltà, per l’esiguità del numero, anche per il servizio più “professionale” quello del 118. Dobbiamo spesso ricorrere alle stesse persone che si caricano di servizi in modo encomiabile. Ma sapete che qualcuno alla Misericordia fa oltre 200 servizi all’anno?! D’altra parte, non posso non sottolineare che i numeri dicono che, seppur a rotazione, per i funerali si muovono circa 25 persone, per l’emergenza circa 90, per il Punto Famiglia o gli altri progetti 20, per il caffè Alzheimer 5/6, per il cimitero altri 5/6, tra segreteria, Fondazione e Magistrato 30, per i Servizi Sociali 30, per i servizi alla sede (pulizie, letti ecc..) 20, per il Banco Alimentare 5, per l’antiusura 4/5; e poi ci sono i volontari di Luco e Grezzano 35/40, e tutta la grande Famiglia dei Fratres (con oltre 500 donazioni in un anno!): sarei stupido e irriconoscente se non vedessi quante persone ancora si dedicano a questa Associazione e alle sue Opere. E ciò che essi fanno ricade nel territorio, tra la nostra gente. Se con un interruttore si spegnesse all’improvviso la Misericordia e le Sue opere credo che sarebbero in tanti ad accorgersene.

 

 

A marzo la Misericordia borghigiana festeggerà 170 anni dalla fondazione. Che significato ha questo traguardo? E soprattutto, con quali prospettive la confraternita guarda al futuro? Non c’è un’altra Associazione così vecchia, in paese. Questo la dice lunga sulla profondità delle proprie radici. E dobbiamo avere un grande rispetto per questo. Cerco di spiegarmi con un fatto, accaduto proprio ieri. Nel pomeriggio sono andato a trovare un Conservatore, la qualifica più alta che si possa avere in Misericordia. Sono solo 6 e sono quei confratelli che hanno acquisito, con merito, l’impegno di preservare, conservare, appunto, lo spirito originale dell’Associazione. Sono andato da Luigi Fusco, da molto tempo fermo a letto, che ha fatto tantissimo per la Misericordia borghigiana: una specie di icona straordinaria della nostra Associazione. Bene: appena ha visto me, Provveditore ultimo degli ultimi, per il solo fatto che lo fossi andato a trovare si è sciolto in un pianto commosso e affettuoso che mi ha sorpreso e colpito. Quanto onore ho avvertito, in quelle lacrime. Quanto rispetto, quanta ammirazione ho imparato da quest’uomo, in un attimo! Ecco cosa significano 170 anni di storia. E questo è l’impegno ed il peso più ingombrante ! Assieme a questo pensiero occorre mantenere eccezionalmente viva l’attenzione per saper rispondere con forza ed immediatezza ai nuovi bisogni: quelli della salute, quelli dell’anziano, quelli del disabile, quelli delle donne sole; peggiorati, tutti quanti, da una povertà economica sempre più drammatica. Per questo, punto privilegiato di osservazione, è il nostro Centro di Ascolto, presso il Punto Famiglia dove queste storie assumono le sembianze di volti, persone, sentimenti veri.

 

 

Quali sono le iniziative a tuo giudizio più significative prese negli ultimi tempi dalla Misericordia, e quali quelle in cantiere? Credo che quella che ha avuto anche maggior successo sia il Caffè Alzheimer: un pomeriggio speso in compagnia, per persone affette da questa patologia e che, con la scusa di prendere un caffè, porta al recupero di percorsi di creatività che spesso significano anche recupero di rapporti e di relazioni, anche nell’ambito familiare. L’attività è tutta a carico economico della Misericordia, e a giudicare dalla riconoscenza affettuosa che ci manifestano le famiglie partecipanti si dovrà pensare anche ad incentivarla ulteriormente. Abbiamo poi acquistato, dopo molti anni, un’ambulanza nuova per il servizio 118, che speriamo di inaugurare il prossimo 19 marzo. Ma in cantiere ci sono tante cose: la ristrutturazione dei locali di sede e Fondazione, alcuni lavori al cimitero, l’upgrade che si appresta a fare la Fondazione con la Risonanza Magnetica, i nuovi servizi di welfare che potrebbero essere offerti, una serie di convenzioni per poter utilizzare sempre meglio la Tessera, la Formazione sia dei volontari che della popolazione, il rinnovo del Progetto Mugello Solidale e tante altre idee ancora; senza dimenticarci che, a novembre, scadrà il nostro secondo mandato, e tutti aspettiamo forze giovani e nuove; con la stessa formula…. un po’ di novità, un po’ di tradizione …

 

INTERVISTA A CURA DI PAOLO GUIDOTTI